Secondo una circolare governativa resa nota il 29 ottobre scorso, in Cina sarà legale utilizzare corni di rinoceronte e ossa di tigre nella ricerca medica o nella medicina tradizionale.

♦ Di Mattia Tundo ♦
Sono passati ben 25 anni dal 1993, anno in cui un decreto disperatamente necessario aveva bandito il commercio di ossa di tigre e corni di rinoceronte. Un decreto che da oggi la Repubblica Cinese ha scelto di ignorare.
Una situazione critica
Entrambe queste magnifiche creature sono cacciate da millenni per via delle millantate proprietà medicamentose attribuite alle loro parti dalla cultura tradizionale cinese. Inutile dire che la medicina occidentale non riconosce alcun fondamento in queste pratiche, antichissimi placebo che hanno ottenuto come unico risultato l’aver condotto queste ed altre specie ai limiti dell’estinzione: la tigre cinese meridionale è classificata come uno dei 10 animali più a rischio del mondo, mentre rimangono meno di 2000 esemplari di rinoceronte asiatico anche unendo tutte le sottospecie.
È alla luce di questi angoscianti dati che il colpo di scena giunto da Pechino risulta ancor più inspiegabile: dopo anni di collaborazione in materia di conservazione e dopo l’encomiabile divieto di commercio dell’avorio (leggi l’articolo “La Cina ha ufficialmente vietato il commercio di avorio”), il colosso cinese stupisce e disgusta il mondo con un decreto che legalizza il commercio di ossa di tigre e corni di rinoceronte (entrambi allevati in cattività) “in circostanze speciali” e “sotto stretta sorveglianza”.
Una beffa a tutti gli effetti, ed una che costerà molto cara a livello globale.

Conseguenze disastrose
Dal 1993 ad oggi la piaga del mercato nero di parti animali non era certo stata debellata ma aveva comunque subito una significativa battuta d’arresto. In un paese dalle tradizioni così profondamente radicate nella mentalità comune l’aiuto del governo si era dimostrato essenziale per cercare di porre un freno. Ora questo aiuto non solo è venuto a mancare, ma tale voltafaccia avrà come ripercussione la crescita della domanda di questi prodotti sul mercato e soprattutto fornirà copertura a tutte le organizzazioni criminali che si arricchiscono lucrando sul sangue di questi poveri animali.
Un gigante che crolla
La Cina in un solo colpo ha cancellato la sua immagine di leader emergente nel campo della conservazione e si è dimostrata ancorata (maliziosamente?) ad usanze retrograde e devastanti per la loro insostenibilità ambientale, senza citare l’ovvia carenza morale. Tutto ciò che possiamo sperare al momento è che si renda conto della gravità di questo gesto e opti per un doveroso dietrofront.
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